Spiaggia 28 – Riccione

L’entroterra romagnolo nei dintorni di Riccione

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L’entroterra romagnolo è uno dei più suggestivi e ricchi della penisola. Non c’è solo il mare a giustificare la sua scoperta: i borghi e i villaggi suggestivi attorno ai castelli e alle rocche di un passato millenario, sono altrettante occasioni per un salto nella cultura storica e gastronomica di questi luoghi. Le specialità sono tante e genuine.

  • Saludecio – sito web
    Dista 15 km da Cattolica, 20 da Riccione e 30 dal capoluogo Rimini. Fantastico borgo medioevale, che si esprime al massimo delle sue potenzialità e tradizione nella annuale ricorrenza dell’Ottocento Festival. Va in scena nella prima settimana di agosto da trent’anni, una grande manifestazione di musica, spettacoli, mostre, banchetti dedicati al XIX secolo. Mercatini di antiquario, allestimenti scenografici, osterie nei vicoli e spettacoli di artisti di strada rendono il Festival un appuntamento di riguardo.
    Degna di note anche l’evento Salus Erbe, nella settimana del 25 aprile, una manifestazione di carattere naturalistico con riferimento all’erboristeria e alimentazione biologica.
  • Villa Verucchio – sito web
    Già 3000 anni fa fu insediamento villanoviano e ne rimane importantissima testimonianza nel Museo Archeologico ricavato dall’antico convento di Sant’Agostino. Intorno all’anno 1000 il nome del paese si lega a quello dei Malatesta. Verucchio starebbe allora a significare ‘Vero Occhio’ della Romagna per la sua particolare posizione strategica.
  • San Marino – sito web
    Secondo la tradizione storica l’antica Repubblica di San Marino venne fondata da uno scalpellino dalmata, Marino, a cui Diocleziano aveva affidato il compito del restauro delle mura di Rimini. Marino, con il suo collega ed amico Leo erano cristiani e per sfuggire alle persecuzioni volute dall’imperatore si rifugiarono l’uno sul Monte Feretrio, l’altro sul Monte Titano. Da un manoscritto del X secolo Marino è ricordato come il «libertatis fundator» della piccola Repubblica. San Marino ha infatti un territorio di 61 Km quadrati. Il territorio della Repubblica di San Marino è diviso in nove Castelli; il primo di essi è il Castello di Città, il nucleo più antico che ha sede sulla sommità del Monte Titano. Nel Castello di Serravalle si può salire sulla Rocca, a Borgomaggiore si può ammirare il Santuario progettato dall’architetto Michelucci. In tutti i Castelli c’è qualche curiosità o resti antichi; ad esempio a Montegiardino è stato da poco ristrutturato un castello edificato in parte su una Rocca malatestiana.
  • San Leo – sito web
    Il Castello è costruito su una rupe considerata inespugnabile e che pare rifiutare l’intervento dell’uomo. Entrando dall’unica porta che consente l’accesso al paese si possono ammirare la Piazza con la Pieve romanica, il Duomo, la Rocca con la prigione dove fu rinchiuso Cagliostro. prima di giungere a San Leo, svoltando a destra in una stradina secondaria si trova la Pieve romanica di Sant’Igne, con bel chiostro. Meritano una visita i boschi del Monte Carpegna (1415 m.l.m.) con sosta all’Eremo.
  • Santarcangelo di Romagna – sito web
    Il borgo medioevale è tutto stretto attorno alla sua bellissima Rocca, a cui si giunge salendo per stradine che si aprono su ampi belvederi affacciati sulla Riviera. La collina di Santarcangelo conserva il mistero delle oltre 200 grotte scavate nel tufo, suggestivi ipogei di cui ancora non è ben nota l’origine.
  • Gradara – sito web
    E’ citata per la prima volta in documenti del 1032 come «curte gradariae». Ha una origine antichissima e l’arco d’ingresso al borgo, per la sua struttura particolare, è sicuramente più antico delle mura, forse di età romana. Le mura che cingono il centro hanno camminamenti che permettono a chi li percorre di godere, specialmente nelle sere d’estate, di un’atmosfera e di un panorama davvero suggestivi. I Malatesta, che vi si insediarono attorno al 1260, costruirono la Rocca che ancor oggi è visitabile; nella Cappella del palazzo è conservata una «Madonna e Santi», terracotta invetriata di Andrea Della Robbia. La fama di Gradara è però innegabilmente legata al poema dantesco e al «galeotto fu il libro e chi lo scrisse» con cui iniziò la travolgente storia d’amore e morte dei due amanti Paolo e Francesca. Dalle colline di Gradara, in terra marchigiana si raggiunge, percorrendo una strada che offre viste mozzafiato sul mare, la splendida insenatura della Baia di Vallugola. Più avanti, risalendo sulla panoramica si arriva al borgo di Casteldimezzo.
  • Montefiore – sito web
    E’ la capitale medioevale della Vallata del Conca e uno dei paese della Signoria più integri e affascinanti. Qui si respira un’aria particolare. Sarà per la rocca imponente con le sue linee severe che si scorgono sin dal mare, saranno i boschi e le campagne che circondano il centro storico, saranno le sue botteghe di artigiani, i suoi antichi rituali, la vista dei monti dell’Appennino e di tutta la costa romagnola: tutto contribuisce a creare una situazione speciale dove storia e natura hanno trovato un ottimo equilibrio. La struttura del centro storico ha come perno la sovrastante Rocca, le strette vie del borgo fortificato si arrotolano ai suoi piedi e convergono verso un’unica porta di accesso. La Rocca risale alla metà del 1300, nel 1377 nacque tra le sue mura Galeotto Malatesta detto Belfiore, nel 1432 Sigismondo Pandolfo la volle ancora più forte migliorando le difese e favorendo lo sviluppo di tutto il paese.
  • Montegridolfo – sito web
    Una schiera di castelli posti a breve distanza uno dall’altro doveva garantire la difesa della Signoria dei Malatesta verso le confinanti terre marchigiane sottoposte al Ducato di Urbino. Un borgo tutto chiuso da altre mura con l’accesso protetto da una porta con torre d’epoca medioevale, integro nella struttura che ha visto negli ultimi anni un’opera di restauro accurata ed integrale. Montegridolfo fa parte dei borghi più belli d’Italia.
  • Montebello – sito web
    Famosa la rocca per la leggenda di Azzurrina, che sarebbe stata tramandata oralmente per tre secoli, presumibilmente venendo di volta in volta distorta, ampliata, abbellita. Solo nel ‘600 un parroco della zona la mise per iscritto assieme ad altre leggende e storie popolari della bassa Val Marecchia. Guendalina era albina. La leggenda narra che il 21 giugno del 1375, nel giorno del solstizio d’estate, quando fuori dal castello infuriava un temporale, Azzurrina giocava nel castello di Montebello con una palla di stracci. Era vigilata da due armigeri di nome Domenico e Ruggero. Secondo il successivo resoconto delle guardie la bambina inseguì la palla caduta all’interno della ghiacciaia sotterranea. Avendo sentito un urlo le guardie accorsero nel locale entrando dall’unico ingresso ma non trovarono traccia della bambina. Il suo corpo non venne più ritrovato. La leggenda vuole che il fantasma della bambina sia rimasto intrappolato nel castello e che torni a farsi sentire nel solstizio d’estate di ogni anno lustro (cioè che finisce per 0 e 5).
  • Urbino – sito web
    Urbino è situata tra le valli dei fiumi Metauro e Foglia, su due colli a 451 metri sul livello del mare, dai quali si gode un vasto panorama che abbraccia verdi colline e maestose montagne. Il centro storico ha un’estensione di poco più di un chilometro quadrato, racchiuso tra le mura bastionate ed interamente costruito in mattoni cotti. Le origini di Urbino sono antichissime. Solamente nel 1375 (circa) Antonio da Montefeltro, abilissimo nel comporre discordie e situazioni critiche e anche nel ricavare i massimi vantaggi dalle rivalità altrui, seppe inserirsi nel gioco politico italiano del tempo, alleandosi nel 1376 con Firenze e Milano, legandosi quindi d’amicizia con Gian Galeazzo Visconti. Grazie al cresciuto prestigio, nel 1390, ottenne da parte del papa Bonifacio VIII il riconoscimento di tutti i suoi possessi.  Si può visitare Urbino in tanti modi. Carlo Bo ha scritto che “bisogna girare la città senza un ordine prestabilito, cominciando per esempio dalla fortezza dell’Albornoz che sta su una delle due colline che formano la città, si arriva sotto il palazzo e si ha modo di studiare e ammirare l’alta opera di ingegneria che ha permesso al duca Federigo di dare vita al suo miracolo o se si sceglie di passare per la porta maggiore,
  • Onferno – sito web
    La Riserva Naturale Orientata di Onferno, situata nell’entroterra della Provincia di Rimini, fu istituita nel 1991 ed occupa una superficie di circa 274 ettari nel Comune di Gemmano. Cuore della Riserva la formazione di gesso selenico in cui lo scorrere millenario di acque sotterranee ha portato alla formazione delle Grotte di Onferno abitate da diverse specie di chirotteri (pipistrelli), la cui tutela è stata riconosciuta fondamentale per la conservazione della biodiversità del luogo. Sul gesso affiorante sorge l’antico borgo di Onferno, che anticamente prendeva il nome di Inferno proprio per la presenza delle grotte che si pensava conducessero in tale luogo oscuro.
  • Alta Valconca
    Prendiamo i paesi della Valconca partendo dal primo, a soli 4 chilometri dal mare: San Giovanni in Marignano, detto “il granaio dei Malatesta” per le sue terre fertili. Del periodo malatestiano è tutta la struttura urbanistica del centro con la cinta muraria e i torrioni, o le grotte per la conservazione del grano. Piccolo gioiello è l’ottocentesco Teatro Massari.
    Salendo le colline ondulate che affiancano il fiume Conca si arriva a Saludecio, borgo tutto chiuso nelle sue mura, con due porte d’accesso del XIV secolo, famosa per l’affermato “Ottocento Festival” che si tiene ogni anno il mese di luglio. A Mondaino la bellissima Piazza Maggiore, con le sue arcate, è il vanto del paese, assieme al Museo Paleontologico, ricchissimo di fossili provenienti dalla Valconca. Montefiore è dominata dall’imponente la Rocca che si affaccia sulla Riviera. Percorrendo una Via Crucis tra gli alberi, si raggiunge il Santuario della Madonna di Bonora, meta di pellegrinaggi e di devozione, per le grazie accordate ai fedeli e testimoniate da una interessante raccolta di ex-voto.rimanendo sempre in tema di borghi malatestiani San Clemente è compreso all’interno della cinta muraria del castello dei Malatesta, con un largo piazzale su cui si affacciano belle costruzioni. Anche Montescudo fu in passato dominio dei Malatesta. Interessante il Museo della Civiltà contadina e il Museo della Linea Gotica nella frazione di Trarivi. Montegridolfo è stato interamente ristrutturato ed entrando nel borgo ci si immerge totalmente in un’atmosfera d’altri tempi